giovedì 1 luglio 2010

Gli ultimi dieci giorni.#1.

Anno Domini 2010, dal 20 al 30 Giugno. Giorni interessanti.
Arrivo a Roma e con il fido Piri Piri Atelier, al secolo Daniele Catalli, mio compagno di malefatte da ormai tre lustri, andiamo ad allestire la nostra (e di Lamette) cella al Crack, il festival di fumetto indipendente che si tiene al forte prenestino. Roma, Lazio Italia. Detto festival è anarcoide e variopinto e partecipa gente da tutta Europa, evviva i disegnetti!
Dipingiamo la nostra cella di due tonalità di blu differenti, il blu domina gli ultimi giorni con una serie di accadimenti interessanti, vedo cartelli blu, disegno su fogli blu, incontro persone blu. All'arrivo dei magnifici componenti di Lamette, il giorno dopo, l'unico commento di Rocco Lombardi e "Il Poverello" è :"Ma che è la cella del Napoli?" deciciamo di omettere commenti e bestemmie anche per il rispetto al culo dedicato alle pareti della detta cella. Il festival passa in fretta, tra amenità varie, il solito e molesto Marco Corona che prima fa un murales e poi, sotto l'occhio attento di alcune telecamere, ci piscia sopra, personaggi vari dell'underground italiano, Ciro Fanelli e i marchigiani impazziti (sembra un film trash anni '50 ma è così, molesti e gonfi di idromele) incontri interessanti, Valerio Bindi (uno degli indefessi organizzatori) si aggira come lo spaventapasseri di Batman. E la fiera va, non si vende quasi nulla, gli avventori credo spendano tutto quello che hanno per i loro insopportabili cani pulciosi e polverosi che zompettano per gli spazi comuni. Ogni tanto qualcuno viene calpestato. Ci sono un paio di cose interessanti tipo i Malleus, un gruppo di toscani che fa manifesti in serigrafia per la musica, fichi, poi i francesi Dernier Cri, poi autoproduzioni nuove, quello che fa le capocce rockabilly di cartapesta e che esprime sè stesso in fila per prendere una birra dicendo agli amici "aò ma non ve viè voglia de scureggià?" chapeau! In altre celle c'è un po' di monnezza visiva tipo "lasciatemi esprimere la mia creatività qui, nudo!", e soprattutto, uno che disegna (con spray) un Don Bosco sostanzialmente gratuito (Bindi furente).
A parte questo la nostra cella vive i suoi soliti momenti di magia grazie anche alla presenza dei Punk di lamette, Rocco e il Poverello, che impreziosiscono la mia grigia esistenza con un detto Formiano: "Non zì pittùre pe stu quadro!" ovvero un garbato modo per dire lascia perdere. Questa frase viene dispensata ai rari acquirenti che decidono di investire del prezioso danaro da noi. Passa a un certo punto Giorgio Santucci, disegnatore viterbese (sembra un ossimoro) che ci lascia n copie di un catalogo di una vecchia mostra alla quale partecipammo tutti tempo fa e dice "che me li vendete?" verranno venduti tutti, grazie anche alla copertina di quel primate di Miguel Angel Martin.
Una foto con Santucci e Bocchio (altra perla dell'alto lazio) viene scattata, io sono il custode della fiamma e della verità. E tra due abitanti della tuscia ce vò poco. E' evidente, piuttosto, l'acre verità, ovvero che siamo tre pelati. Pieni di dignità, però.

Dopoché ci sono momenti lirici grazie al Poverello che importa (gratuitamente) il suo gruppo punk da Formia e fa un concerto degno di nota, mostrando anche le note chiappe d'oro. Il tutto mentre di sopra dilaga un'elettronica deteriore. Ah i tempi di Weimar...
Il giorno seguente vede il momento dell'esibizione di garbato swing e musica manouche in cella con i musici Augustarello, Leonino e me. se trovo foto le metto, intanto c'è questa.

Il festival si conclude con i conti di denaro incassato (madò), il Poverello macilento che si trascina gonfio del solito vinaccio che te danno al forte (roba forte, da punk) e una sequela di persone che prende storte nelle cinquemila buche nei corridoi.
Bene bene, questi sono solo 4 degli ultimi dieci giorni, a breve i successivi nella seconda parte del raccontino, stay tuned!.

3 commenti:

DIFFORME ha detto...

\m/

Unknown ha detto...

me l'hanno chiesto loro, scemo, era una performance dove io rappresentavo l'ignoranza nei confronti del manufatto d'arte, paradossalmente compiendo un gesto artistico.

ilpoverello ha detto...

Ho deciso che il tuo reportage sarà diffuso tramite i canali di Lamette, visto che io e Rocco non abbiamo avuto voglia e palle di farlo.

Non puoi protestare, Pol Pot non vuole.