mercoledì 5 dicembre 2012

MinoreUguale50 - Roma 7 e 8 Dicembre 2012. Mostra Mercato Granma

Anche quest'anno, l'associazione culturale Granma
farà la bella "MinoreUguale50". Una Mostra Mercato di "articoli e attrezzi"
artistici, prodotti e autoprodotti da vari artisti, tutti o quasi presenti in loco a vendere!
Io sarò lontano, ma i miei manifesti sul blues saranno li.
Edizioni limitate e prezzi modici!
Parteciperanno, inoltre:
Daniele Catalli, Arturo, Lapo Simeoni
Clockwork Pictures, Rita Petruccioli
Marco About, Alessio Spataro, Luca Grechi, Hitnes
Ilaria di Biagio, Josè Arrigoni
Bambi Kramer , LaurAndroz, Paolo Maddaleni
Gio Pistone, Marco Petrella, Harald Pizzinini
Soniaqq, Tommaso Garavini, Tommaso Guerra
Turquoise Island, Andrea Bartolucci, Alessio Nunzi
Lucho, Marina Dimo, Angela


mercoledì 28 novembre 2012

Print About Me 2012.

Forza, Venite gente!



Torna a Torino per la seconda edizione, dal 30 novembre al 23 dicembre, la mostra dei finalisti di Print About Me, il premio internazionale digrafica d'arte nato per promuovere la creatività giovane a prezzi accessibili e valorizzare le tradizionali
tecniche di stampa riviste in chiave contemporanea.
Dove:
VAN DER, via Giulia di Barolo 13, Torino
da mercoledì a domenica ore 16-20. Ingresso libero.
Elenco dei finalisti:
Simone Antonello, Paolo Berra, Roberto Blefari,
Daniele Catalli, Sonia Cucculelli, Dalia Del Bue,
Lucy Driscoll, Francesco Geronazzo, Franco Giolitti,
Moisi Guga, Lorenza Natarella, Flavio Palasciano,
Salvatore Piazzolla, Simone Pizzinga,
Alessandra Psacharopulo, Giorgio Rubbio, Irene
Rinaldi, Alessandro Ripane, Wim Starkenburg,
Elisa Talentino, Lucio Villani.
Ufficio stampa
Arteco / t: 347 4112008
VAN DER / t: 333 5205386
printaboutme@gmail.com


martedì 27 novembre 2012

Iron Sky!- ovvero: lo so, arrivo tardi.

Ieri ho visto Iron Sky.
Che dire, fico e delirante come pochi.
Nazisti sulla luna, scienziati pazzi, giovani fuhrer, bionde procaci, zinne enormi e 
soprattutto... WAGNER a manetta!
Cosa si può volere di più? La cosa bella è che questo film è stato realizzato con crowd funding ed è fatto proprio bene, fico assai! Lo so, che dire, arrivo tardi. Alcuni lo videro prima, altri addirittura al cinema. Io tardi, eppur lo apprezo e diffondo.


Wacom!

Dopo dieci anni con una gloriosa e consunta Wacom Graphire, trovai una Wacom Intuos 4!
La presi ad un prezzo consono. Pur continuando a preferire carta e matite, perbacco come si disegna con codesto ritrovato! Aggiungo uno schizzino fatto al volo con la predetta Wacom.



Lucho su Antitempo - Cover - Et in Arcadia Ego.




cover per i garbati Antitempi.

giovedì 22 novembre 2012

Lucho su Antitempo. Cover!

Cover per Antitempo.
Ancora a matita ma a breve cambierà, così come i figli crescono, le matite diventano chine.



mercoledì 21 novembre 2012

Lucho su Lucha Libre Magazine!

Recentemente ho collaborato con Lucha Libre, una rivista autoprodotta da un collettivo di illustratori, uscita domenica 18 novembre allo Spazio Concept di Milano. La cosa che mi ha colpito di più, è stato il gusto omogeneo nello scegliere le immagini, i disegnatori e i contenuti. Il gruppo redazionale è bene amalgamato. Quindi, la rivista scorre bene, non ci sono cose brutte o visibilmente brutte. Ci sono disegnatori più o meno talentuosi, alcuni interessanti. Al vernissage c'era tanta bella gente in un bel posto, lo Spazio Concept è carino assai e, cosa non da poco, grande. Quindi la mostra era molto carina e ariosa, le illustrazioni erano molto ludiche, il tasso di disagio che a volte accompagna le autoproduzioni era basso o nullo. Ho anche incontrato e finalmente conosciuto Alberto Ponticelli, bravissimo disegnatore che, a quanto pare, ha tenuto a battesimo la rivista e suoi vari componenti.
Ma parliamo senza temere ripetizioni della RIVISTA.
E' fica e si presenta bene, formato giusto e molti particolari da assestare, con un po' di evoluzioni diventerà una bella rivista. Ma bellezza e freschezza a parte, è una rivista che soprattutto costa 5 euro. Capisci, tu, lettore che sfogli queste mie pagine elettroniche, 5 euro è un prezzo onesto. Non è pretenzioso, capisce che più di 5 non può chiedere e non azzarda. Altrove, che so, Bologna, per non fare nomi, ci sono cose disegnate molto peggio al doppio e presentate con spocchia da performer stilita macrobiotico vegano unico al mondo. Ma colà si svolge un lavoro di concetto che sfugge a me, povero redattore di queste pagine, quindi non mi addentro nella selva oscura.
Per tornare ai ragazzi di Lucha Libre, spero continuino e scoprano più cose possibile riguardo il fare una rivista con particolari più disparati, dalla sperimentazione al mainstream.
Bravò, non ve rovinate col crescere!

p.s.
Il video di presentazione che metto qui è anche lui carino.
E poi soprattutto è musicato con un Concerto Brandeburghese di Johann Sebastian Bach, uno dei miei preferiti (chissà se è la versione in parti reali di Claudio Abbado con Dantone al clavicembalo, mi sembra di sì, però a quest'ora e con la sinusite non mi azzardo).
Quindi, invece delle solite musiche da disagiati e analfabeti, direi che "è un ottimo modo per cominciare un'amicizia e senz'altro è il migliore per finirla".

martedì 20 novembre 2012

Stiam lavorando per voi.

Nel frattempo, un disegnino che, mi sembra inedito qui sul blog.
Per chi lo volesse, ci sono delle sciccose cartoline.
Poi domani un altro e dopodomani un altro ancora!




mercoledì 7 novembre 2012

Play! Daniele Catalli, Lucio Villani






Play! 
La musica disegnata
Sabato 10 novembre dalle ore 19
libreria Trebisonda, via S. Anselmo 22, Torino.
Daniele Catalli, Lucio Villani.
Dal ritratto al manifesto da concerto, si alternano blues, rock, jazz, indie.
In esposizione una selezione della produzione di immagini realizzate per eventi musicali, dal ritratto al manifesto per il singolo concerto, il festival o tour.
Illustrazioni di qualità, stampate in serigrafia e offset, in edizioni limitate e firmate dagli artisti.

Possibile musica dal vivo, serata interessante.
Dulcis in fundo, la serata verrà accompagnata dalle torte di “torta a porta”
il manifesto è di Daniele Catalli.

martedì 6 novembre 2012

Lucho disegna il Girandolo.

Libreria Trebisonda, via S. Anselmo 22,
Torino 9 novembre.
Sarò li a decorare e disegnare il Girandolo
Interessante e utile oggetto di design,
Una soiree Girandoliana!


Print About Me 2012.

Mi hanno selezionato a Print About Me, la qual cosa mi fa piacere assai!
Il tutto con questo disegno che, secondo me è un drago e secondo loro è un leone.
Vabbè 


giovedì 1 novembre 2012

Novembre e Lucca.

Siamo a Novembre, quindi siamo anche a Lucca Comics.
Aspetterò dei resoconti appassionati di: 
affittacamere esosi,
panini costosi,
cosplayers riottosi e 
epatiche cirrosi.
Per chi fosse, poi, interessato alle mie produzioni,
ci sarà qualcosa di fatto a posta
 in vendita nello stand di Mamma.
Self Area.


mercoledì 31 ottobre 2012

Draghetto, Philip Dick e Atto di Forza


Questo è un draghetto. Fatto sovrapensiero mentre guardavo un vero film brutto.
Total Recall. Diretto da Len Wiseman, con Colin Farrell e un paio di squinzie bellocce. La prima domanda che mi è venuta in mente, dall'inizio della seconda parte alla fine del film è, "come vi siete permessi". Era tanto bello il primo, del 1990, era tanto carino il raccontino di Dick. Si stava meglio quando si stava peggio.
Come si sono permessi? Si sono permessi semplicemente così, facendolo.
La trama scritta sul traghetto per Ischia col mare a forza 7 fuori e il tavolino che balla in cabina. Non credi neanche per un minuto che il protagonista abbia perso memoria e poi la recuperi. Almeno con il poro Arnold Schwarzenegger, negli anni novanta, la sua fessura tra gli incisivi ti faceva capire, unitamente alla onnipresente vena sulla fronte, che qualcosa non andava, con un austriaco caleidoscopio di emozioni. Tipo ON/OFF. Qui non si capisce semplicemente nulla. Corrono, si sparano, urlano, poi corrono e si ri-sparano. Come i biscotti inglesi, burro, farina, burro, burro e poi un po' di burro. Non c'è più tutta la storia di Marte che era fica e faceva sognare noi giuovini virgulti. E poi basta co sto kung fu nei vicoletti, co gente che salta sulle pareti come se stesse sulla giostra del calcio in culo nella piazza di Avezzano. La solita pippa delle classi sociali e che il mondo è ingiusto dal Burundi a Cerenova, le radiazioni e le citazioni tra cui campeggia l'immortale puttana con 3 tette 3 (tre)! Ci hanno speso 200 milioni di dollari. Con circa 273 dollari, dal mio amico cornettaro dietro piazza Cavour a Roma, avrebbero assicurato un catering faraonico di bombe e cornetti, tutti sarebbero stati felici ugualmente, e sarebbe avanzato pure qualche spiccio per comprare il cocomero e aspettare l'alba. Non finisco neanche di scrivere la trama, meglio leggerla su Wikipedia, almeno qualcosa si capisce. Tanto poi, andando a vedere il film, è meglio avere il web sotto mano per capire che quello che c'è scritto sta in realtà accadendo sullo schermo. Se no, uno non lo sa e sente urla, spari, salti, urla e spari. L'unica cosa interessante è un mega ascensore che porta la gente a lavorare e passa con eleganza e realismo da una parte all'altra della terra e che se se rompe in mezzo, avoglia a chiamà l'Otis.

giovedì 25 ottobre 2012

martedì 23 ottobre 2012

I Tre Dell' Operazione K - Print about me 2012

I tre dell'operazione K, dopo "I tre dell'operazione Drago".
Omaggi su omaggi, da parte mia, in questa tavola, la quale è una delle mie due proposte
all'interessante festival torinese di stampa "Print About Me".


Il soggetto rappresenta, in maniera astratta, i tre dell'operazione K.
K sta per KRAKATOA, esperimento di rivista di grafica e illustrazione autoprodotta, in circolazione per fiere e librerie italiane e straniere dal 1999 al 2006.
I simboli di Krakatoa erano più d'uno, la K (e di conseguenza la scritta KRAKATOA) in Arial e Arial Black leggermente modificato, un bombardiere della seconda guerra mondiale (alternativamente B17 o B29) e, ovviamente, l'omonimo vulcano (che ha una storia lunga e multiforme piena di conseguenze sulla quale non mi dilungherò adesso, se volete cliccate qui). La rivista veniva fatta da tre persone, Daniele Catalli, Vania Castelfranchi e Lucio Villani (i tre dell'operazione K; nel disegno, nessuno è nessuno, ognuno è tutti e tre) e una gran quantità di collaboratori. Ogni numero aveva una chiave di lettura specifica, si occupava di fumetto, illustrazione e grafica applicata (e studiata), anche con una serie di omaggi a figure preminenti della grafica (opportunamente citate all'interno). Alla fine, una legenda con i tipi di carta usati. Munari docet. KRAKATOA, nel suo tempo di vita, ha avuto molte pubblicazioni satellite e tre numeri, A, B e C, le cui copertine vedete qui sotto. Il volume A, sul gioco e sul Giappone era una mia rielaborazione di un famosissimo manifesto di Tadahiro Nadamoto, un altrettanto famoso designer giapponese.



il manifesto di Nadamoto


la nostra copertina (si notino, nei loghi, anche omaggi al Male)


seconda e terza di copertina del Volume A.

La copertina del Volume B, ideata da Daniele Catalli, metteva a confronto libellula e aereo
la parte arancione è un adesivo con sopra stampato il KRAKATOA e che fungeva da testata. L'aereo è ritagliato (vedi fustella) e la copertina ha i risguardi neri.










Il Volume C conclude la parabola con un cambio di carta e formato (concausa, la fine delle risorse economiche a disposizione). La copertina è mia e l'omino con la K in faccia, altro simbolo della rivista dal 1999, salutava e andava via.




una bozza di possibile copertina del grande Nico Feragnoli



uno dei tanti intermezzi grafici ideati



La presentazione di KRAKATOA a Torino, Amantes, 2003.

Questo per dire e ribadire che:
- non è un caso se poco dopo che la rivista è arrivata in presentazione e vendita a Torino, alcuni membri dei Subsonica, gruppo torinese, abbiano fatto una serata chiamata "Krakatoa" con, come simboli, una scritta enorme in Arial e un aereo (civile, tipo 747). Diciamo che un caffè ce lo potevano anche offrire.




- non è un caso se in giro per la rete si vedano immagini, spesso fatte da grafici italiani, di facce umane disegnate con, al posto dei connotati, una lettera (non per forza la K).

Nulla è casuale, nel periodo in cui fare le autoproduzioni (ho già detto qualcosa sull'argomento qui) era o da sfigati o da coraggiosi prodi e non un "doveroso gesto di rispetto verso sè stessi e la propria arte", come adesso si dice. Soprattuto le cose circolavano in un ristretto giro di persone, perché, ripeto, ignorate dai più (frase famosa di riferimento, "ma che fai i giornaletti") e riguardavano ben poco l'aspetto grafico, ma molto la parte "sociale" o politicizzata (e a volte manco troppo i disegni, spesso scadenti). Era interessante vedere "grandi professionisti" dire a persone come noi che non sarebbero andate da nessuna parte con quel mezzo, come è interessante, adesso, vedere che le idee sono state tranquillamente "citate" dagli stessi professionisti, che adesso fanno autoproduzioni, opportunamente invecchiati. Infine, è interessante, vedere come si sia evoluto il "mercato" o il concetto di autoproduzione e quanti gruppi ci siano adesso, che resistono e si sciolgono.

Krakatoa, come nostro esperimento di grafica, ideazione tipografica e di stampa, per noi
fu: ideazione di manifesti di grande formato in un momento in cui al massimo si facevano flyer, ideazione e prova di carte diverse, dalla uso mano alla lucida e così via, sia per stampe singole che per albi, fino a piccole tirature di libretti, in un momento in cui la concezione media della stampa era accompagnata dalle carte patinate sempre e comunque. Negli stand in fiere e altro cominciammo a fare incisioni e stampe dal vivo, sperimentando carta, metodi e inchiostri. Quello che adesso è diventato "performance" con tutto il suo manto di mistero, per noi era un processo ludico piuttosto comune che dava i suoi frutti e che ben presto, evidentemente fu copiato, anzi "omaggiato".
Quella è l'autoproduzione, con i suoi pro e contro, questo non per dire che siamo stati i più fichi, perché in altre città, in Italia, c'erano gruppi attivi, ma eravamo bravi, volevamo sperimentare e lo abbiamo fatto, abbiamo inventato poco ed esplorato tanto, potenziando il concetto di autoproduzione con le nostre idee, le nostre attitudini e con la curiosità che ci spingeva a cercare un aspetto e una veste grafica sempre più studiati. 
Quel che è più importante, abbiamo sempre citato le fonti delle nostre citazioni.

Con questo, vorrei dire che i personaggi più o meno di spicco nel panorama nazionale che pensano di aver magicamente inventato questo tipo di pratica, con annessi e connessi, NON hanno inventato nulla, hanno rimescolato nel calderone della memoria di fiere varie.
Non hano scoperto nulla, né ieri, né l'anno scorso.
Chiudo questo post con il prologo del volume C di Krakatoa.


KRAKATOA E’ MORTO, EVVIVA KRAKATOA!

Noi di Krakatoa, rivista patafisica, facciamo, chi più chi meno, autoproduzioni da oltre 10 anni; giochi, riviste, cartoline, librini e chi più ne ha ne metta. Dopo questo periodo possiamo stilare un breve sunto della “carriera” autoprodotta. Le autoproduzioni sono belle ma hanno degli effetti collaterali: 1- L’incremento dello strozzinaggio; in quanto per pagare il tipografo ci si inventa di tutto. Così, mentre egli continua a guardarci con il grembiule sporco di inchiostro, lo sguardo spento e il rumore del ciclostile in sottofondo, noi continuiamo a ripetere che i soldi stanno arrivando, “perchè ci devono pagare un altro lavoro...” quindi fuggiamo dalla tipografia, seguiti dagli anatemi di qualcuno che ha capito di essere ricaduto nel vecchio trucco “mo arrivano i soldi”. Fuggiamo con il nostro sorrisetto ebete continuando a ripetere “che importa dei soldi, noi facciamo i giornaletti!” e corriamo verso l’abisso...

2- Il peso; perchè è tutto bello e piacevole finchè dura la fase “CREATIVA”. Ma quando poi andrai a prendere le copie finalmente stampate verrai ricondotto all’arido vero: TA-DAAN ecco qui almeno 100 pacchi di pesantissima carta patinata da caricare prima sulla macchina (anche in due viaggi se non c’entrano) e poi da stipare in ogni angolo di casa con piacere di tutti. Ti accorgerai poi dell’utilità dei tuoi fumetti e dell’apprezzamento verso gli stessi, quando vedrai le copertine tagliuzzate e usate per i filtri dai frikkettoni.

3- Le relazioni sociali; dalla nostra mongolfiera, noi esploratori di Krakatoa, abbiamo visto il panorama e preso appunti per un paio di domande; l’ambiente indipendente italiano è talmente piccolo da non riuscire a organizzare una partita a Risiko. Perchè allora ogni tanto vediamo atteggiamenti da Piccolo Editore in Potenza (con la tipica personalità disturbata ma neanche

una lira)? Questi modi di fare non tendono forse ad un inutile auto ghettizzazione e ad alimentare una vera guerra tra pezzenti? Fare autoproduzioni costa e ripaga appena, rendendo TUTTI NOI fortunati, per essere liberi di stampare ciò che vogliamo (sempre che non si decida di sfidare chimere editoriali irraggiungibili), e terribilmente sficati, perchè le copie, difficilmente

distribuibili, circolano spesso solo tra noi innescando un autoreferenziale circolo vizioso.
A questo punto lieti cantiam la canzoncina “Krakatoa ce ne sta uno, tutti gli altri son nessuno!”
Siamo comunque soddisfatti per il successo riscontrato dalle nostre idee (Elish, Lampi Grevi, Krakatoa, Ombre Giapponesi, Ominotondo, Marziano No) e per aver visto come il botto del Krakatoa sia stato forte e come i suoi lapilli siano arrivati lontano con solo due numeri, avere un editore vero... Il giornalino che avete tra le mani è “Krakatoa C speciale fantafestival”,
un estratto del Krakatoa C che, pronto da ormai due anni e forte di 308 (dicasi trecentootto) pagine,
non vedrà per ora la luce per problemi di ordine economico/redazionale/organizzativo.
Facciamo le nostre sentite scuse ai magnifici autori che hanno lavorato per noi gratis e credendo nel progetto, ovvero: Stefano Biagiotti, Marco Corona, Edoardo De Falchi, Enrica De Natale, Nico Feragnoli, Maicol & Mirko, Global Groove, Marco Moni, Fiammetta e Jacopo Mandich, Stefano Misesti, Mariachiara Di Giorgio, Susanna Proietti, Gianluca Cannizzo, Carola Ghilardi, Sonia Cucculelli, Anna Lewenhaupt. Ora potete immergervi in questa nuova sensazionale avventura;
Krakatoa è Morto? Evviva Krakatoa!
La redazione, Daniele Catalli, Vania Castelfranchi, Lucio Villani, Maggio 2006.

Krakatoa ce ne sta uno, tutti gli altri son nessuno!

venerdì 19 ottobre 2012

I tre dell'operazione K.

Sketch per i tre dell'operazione KPresto dettagli.


Glenn Gould e Jan Sweelinck.

Qualche tempo fa, prima di andare altrove, ho sentito il bisogno di coniugare due cose, il senso di protezione dal vuoto che prende gli esuli e i viaggiatori e la passione per Glenn GouldHo quindi comprato, previo risparmio claustrale, un oggetto rassicurante, il cofanetto con tutte le incisioni di Glenn Gould. Questo è servito come un oggetto magico in Dungeons & Dragons. Credo sia un investimento pari al comprare un'enciclopedia, uno stabilizzatore di umore di natura non chimica. Il cofanetto è pieno di chicche, dalla 5a sinfonia di Beethoven, suonata solo pianoforte (trascrizione di Liszt) alle Toccate di J.S.Bach, passando per le Variazioni Goldberg e le Suites Inglesi. Nel cofanetto, purtroppo, manca il brano "Fantasia" di Jan P. Sweelinck che Glenn Gould esegue nel video qui sotto. Pezzo di musica molto bello, composto dal fondatore della scuola polifonica del nord. J. P. Sweelinck è stato un precursore, un innovatore della composizione su tastiera e un grandissimo insegnante con illustri allievi. Il brano è eseguito, da Gould, solo per la televisione e mai per un'incisione ufficiale. Glenn Gould era molto attento e partecipe ai nuovi media, diede un'enorme spinta con il suo estenuante attivismo alla radio canadese. Ce ne sarebbero molte da dire, un libro interessante su di lui si chiama "Mirabilmente singolare", di Kevin Bazzana. 




per chi volesse saperlo, il cofanetto di cui sopra si presenta così.


giovedì 18 ottobre 2012

SUPPORTO LEGALE E' TORNATO!!!

Supporto Legale, è tornato, donate e attivatevi!
Presto grandi news del nostro modesto operato di disegnatori e documentatori per la divulgazione e presto anche un po' di tavole in vendita in asta per finanziare
il predetto supporto legale! Come avevo scritto qui qualche mese fa.




mercoledì 17 ottobre 2012

Blues Made in Italy - 13 Ottobre 2012 - Il Raduno e la raccolta fondi per Kid Ramos.




Cerea, tra Mantova e Verona, raduno di Blues Made in Italy.
Io ci fui, sia come musico che a vendere i manifesti della "Lucho Blues Revue" (tuttora disponibili, in caso scrivetemi). I manifesti sono andati QUASI a ruba, ne ho venduto un cospicuo quantitativo, la qual cosa mi fa assai piacere!

Il raduno era fico e cacofonico, ma soprattutto era li, nel senso che, a mia memoria, è il primo raduno di appassionati e addetti ai lavori che viene fatto in Italia (non un festival, quindi), ed è bello che questo genere di evento cominci ad essere presente anche sul nostro territorio, il pubblico partecipa, c'è una bella affluenza, gli addetti ai lavori dopo alcuni sguardi sospettosi si scambiano pareri e strumenti e, pensate un po', si conoscono e suonano anche insieme. Ci sono un paio di cose da rivedere sulla logistica forse ma per il resto bello.
Non mi aspettavo tutta quella gente. Lode per tutto ciò va a Lorenz Zadro e alla sua associazione. Qui sotto, il manifesto di quest'anno.



In un solo banchetto eravamo in tre, come i tre dell'operazione drago:
il grande Marco Pandolfi, Gianluca Diana di Mojo Station e il sottoscritto.
Siamo stati in tre tutto il giorno tra chitarristi e armonicisti impazziti (a loro sarà sembrato un enorme parco giochi) a fare varie cose collegate tra loro. Tra i vari siparietti comici tipo gente che casca dalle panche, gente che occlude i cessi, ragazzini di 12 anni che cantano come B.B. King, un cantante vestito come i Good Ole Boys che arriva sul palco, dove la sua band lo aspetta e acclama a gran voce, a cavallo di un cavallo bianco (e li abbiamo temuto tutti che l'animale impazzisse e seminasse morte e distruzione) e qualcuno urlava "scendi, Gandalf!". Un aneddoto coinvolge "Gialluca" Diana, carismatico speaker radiofonico romano. Dunque, "Gialluca" ha le fattezze del metallaro, capello lungo e basettone, jeans stretch e cose del genere. Ad un certo punto mentre ero al banchetto da solo e tutti si erano involati, passa un tizio romano (una rarità in quel punto del profondo veneto) e mi dice, come se mi conoscesse da una vita, "aò ma che Bruce Dickinson cha un day off?", alludendo al buon Diana. Io rido anche a scoppio ritardato, non aspettandomi quel tipo di ironia e quello sparisce nella nebbia, come se fosse stato il mago Merlino.
Chi vo capì capisce.

Con Marco, musico di notevole levatura, eravamo in quei giorni in giro a fare dei bei concerti in duo. Allego testimonianza fotografica scattata sempre dal buon "Gialluca" (che ora smetto di nominare anche per buon senso). Ci sono anche dei filmati ma chissà dove.




Marco, inoltre, sta raccogliendo fondi per Kid Ramos. Kid è un chitarrista, esponente di spicco del blues West Coast, che in questo periodo non se la passa troppo bene. Lo vedete qui sotto all'opera con i "Fabulous Thunderbirds", uno degli N gruppi in cui ha prestato la sua opera. Per Kid Ramos sono stati raccolti, in un paio di giorni, sui 700 dollari. Credo gli siano già stati inviati, chi volesse contribuire può scrivere una mail a MarcoP.s. una piccola notifica senza polemica, molti sedicenti bluesmen italiani incontrati al raduno di cui sopra non hanno messo una lira per Kid Ramos, anche quelli che lo copiano, pardon, "citano", smaccatamente. Il problema non sta nel non mettere soldi, perché non è obbligatorio, ma nelle risposte che si danno "non ho spicci, ho solo la carta, etc...", che, a volte sono un po' di cattivo gusto.
Come dice sempre Fabio Treves, blues alle masse!




lunedì 15 ottobre 2012

Lucho Blues Revue, portrait of T-Bone Walker.

Aaron Thibeaux "T-Bone" Walker.
Uno dei più grandi ed influenti di sempre.
Con uno stile vocale eccelso e riconoscibile,
introdusse la chitarra elettrica, suonata con un fraseggio unico, da caposcuola. 
In molti dei suoi brani è presente la potente ritmica di accompagnamento (per gli addetti ai lavori, dicasi "Shuffle") in seguito chiamata  "a la T-Bone".
Insieme ai suoi ritratti (matita e penna) una versione della sua "The Hustle Is On"
(che tradotto vuol dire "c'è crisi"). Ah, signora mia...







mercoledì 10 ottobre 2012

Tetralogia del disagio #3 - Lucho su Antitempo.

Et voilà, per i simpatici Boys de "l'Antitempo", personaggi del bel mondo milanese, la terza parte di Tetralogia del Disagio. Sempre un accadimento reale con un pizzico di storia naturale. Si parla, infatti, della "Vespa Pepsis", magnificamente ritratta qui sotto. 
Enjoy, people!