venerdì 31 ottobre 2014

Lucho e I Vichinghi su TOPOLINO!

Per voi, POPOLINO, una vera notizia!
Croce e delizia, alla fine su Topolino ci sono finito pure io!
mi verrebbe da cantare TOPOLIN TOPOLIN, VIVA TOPOLIN!



mercoledì 22 ottobre 2014

Marco Pandolfi Trio a Music Corner - Repubblica Tv!

Anche QUI ci siamo arrivati, vediamo che succede!
il trio di Marco Pandolfi va sempre meglio!




Lynwood Slim.

Questa estate è morto Lynwood Slim, al secolo Richard Duran, gran maestro del Blues.
Una cosa che scrivo qui solo ora, per omaggio e per non pensare che questo sia un luogo di necrologi. Una persona incredibile, conosciuta per solo 15 giorni di tour. Una persona incredibile. Forse uno dei più fichi e controversi mai conosciuti, uno che è riuscito a fare esattamente quello che voleva nella sua vita, dal vero poco di buono a veri atti nobili.





Nel 2009, lo abbiamo accompagnato in tour con Maurizio Pugno, Gio Rossi, Marco Meucci. Marco Meucci ed io dovevamo prenderlo all'aereoporto e non so come siamo arrivati due ore in ritardo. Ci cacavamo sotto perché sapevamo che aveva un carattere terribile (voci di corridoio). Invece trovammo una persona squisita, che quando ci scusammo per il ritardo disse solo "don't worry, it's life!". Il resto è solo aneddoti e ricordi, diceva di essere diabetico e mangiava solo carne, sempre e solo carne. e ci ha raccontato una quantità di storie che, con solo la metà, Robert Crumb sarebbe felice. Ad un festival in toscana, ci avevano preparato un banchetto di verdure toscane dall'orto, con l'olio bono e le cose toscane della toscana. Lui insistette per farsi portare al Mac Donald. Da allora ci sentivamo spesso e Skype era il mezzo definitivo, tendevo a scordare, visto che era sempre sveglio, che i fusi orari che separano l'Italia dalla California sono tanti.






Lynwood Slim era un grande, mi sarebbe piaciuto andare al memorial che gli hanno dedicato a Los Angeles, dove hanno suonato tutti ma proprio tutti. Tutti quelli rimasti, ovvio.
E' stato un vero privilegio.

Rimane il nostro disco con i grandi Red Wagons, "Jumpin' With Friends"
incluso nella discografia ufficiale di Lynwood, una bella cosa.


dischi che consiglio:

Lynwood Slim & Junior Watson - Lost in America
Lynwood Slim & Junior Watson - Back to Back
The Big Rhythm Combo - Too Small to Dance
e ovviamente: The Red Wagons Blues Band - Jumpin' with Friends




martedì 7 ottobre 2014

Vichinghi per Laterza - Ivar e Svala, fratelli vichinghi - Franco Cardini

Da febbraio alla fine di giugno, ho lavorato su questo libro dell'editore Laterza.
All'editore in questione, con vari acquisti, devo aver rifatto più di un bagno, sarà una questione karmica... Il libro è finalmente uscito e spero piaccia e vada bene, metto qui la copertina, omaggio a John Bauer. Se avessi avuto un paio di mesi in più... ma credo sia una frase trita e ritrita.
Lo trovate in libreria, gente!


sabato 27 settembre 2014

20 settembre 2014 - Ferrara


9 anni dopo.
So che il concerto è stato un successo, molta gente in piazza per non dimenticare nulla.
Noi, nel dubbio, ci appuntiamo tutto, e io, qualche disegno lo metto volentieri.



mercoledì 27 agosto 2014

Coccodrillo per PILOU, la colazione del giorno prima del lunedì.

Il Coccodrillo
Califano, un dì lo disse,
quando era ancora arzillo!
Nella gran palude visse,
bene solo il coccodrillo!”

E del rettile supremo,
oggi vi vorrei parlare.
Il suo fare, a volte estremo,
di paura fa tremare!

E' spietato, è feroce!
Guarda tutti da liggiù!
Ben vedrai quanto è veloce,
se vuol prendere il PILOU!

Mangia tutto ingurgitando,

cose, mobili e persone!
Dopo il pasto, di rimando,
piange più di un lacrimone!

E nel mentre voi gustate,
questa buona colazione,
io vi incollo, come il vate,
una rara citazione!

Coccodrillo è un animale,
che respira niente male,
che rimane tale e quale,
che nessuno lo equivale,
coccodrillo è un animale!”




Scaramanouche Voyager 2011 - Intervista integrale su Musica Jazz




Metto qui il testo integrale dell'intervista che Musica Jazz mi ha fatto su Voyager 2011.
ricordo che, chi volesse il disco, può trovarlo su itunes, amazon o chiederlo direttamente a me!


  1. Come è nato Scaramanouche? Come vi siete conosciuti?
Scaramanouche nasce a Roma nel 2005. La prima formazione vedeva Leonardo Spinedi, violino, Alessandro Russo e Giacomo Dell'Aquila, chitarre, e me, contrabbasso e voce. Nel 2007, Egidio Marchitelli prese il posto di Dell'Aquila e, nel 2008, uscì il primo disco, “Swing da camera”, esaurito in breve. Dai primi mesi del 2010, la formazione attuale: Augusto Creni ed Egidio Marchitelli chitarre, Stefano Lenci, tastiere, Lucio Villani contrabbasso e voce.
  1. Perché questo nome, qual è il significato che hai voluto dare?
Mi piace giocare con le parole e coniugare l'avventuroso Scaramouche al Manouche (ceppo etnico nomade cui apparteneva Django Reinhardt che da il nome al genere) faceva sorridere e suonava bene.

        L’idea è quella di seguire le orme di Django: secondo il tuo parere, qual      è il valore aggiunto di Django nella musica, nell’evoluzione della musica?

La storia di Django è affascinante. L'ho anche raccontata in un piccolo racconto a fumetti. Django ha dato tanto a tanti, i vari ceppi etnici (Rom, Sinti, Manouche, etc.) lo vedono, a ragion veduta, come un eroe e motivo di orgoglio. E' la storia di una grande musicalità, un incidente, una grande volontà per suonare, facendo fluire la musica attraverso il suo corpo menomato, un incontro fortunato con Stephane Grappelli, una fortuna nel venire scoperto dal mondo, un'antitesi della celebrità. Sapeva sparire benissimo. La storia della chitarra, grazie a lui, ha un capitolo a parte. Tutti noi, con i suoi dischi, siamo ricchissimi.
  1. Cosa c’entrano Zappa, Pink Floyd, la musica classica, Johnny Cash, i Sex Pistols con la musica manouche?
La musica classica, per me, è uno dei più grandi patrimoni che abbiamo. Gli Scaramanouche ne fruiscono quotidianamente e con soddisfazione. Django era un grande estimatore di Debussy, Barrios, Kreisler, Bach, Tchaikovski e chissà di quanti altri (da ricordare le incisioni/adattamenti di: “Claire de lune” di Debussy, la Serenata per archi di Tchaikovski e, con Grappelli ed Eddie South, il concerto per due violini di Bach). AC/DC, Sex Pistols e Iggy Pop, ci piacciono tanto! Johnny Cash eccezionale, soprattutto negli “American Recordings”. Frank Zappa (citato in “Erase/Rewind” con “Louie Louie” e alla fine di “Anarchy in the UK” con il tema di Joe's Garage) è un nostro ispiratore. Siamo tutti Zappiani con orgoglio. Per tornare alla tua domanda, non so cosa c'entrino con la musica manouche, ma, con noi che suoniamo, c'entrano molto.
  1. A tal proposito, i brani come li avete scelti?
Credo di essere io il “colpevole” della scelta e della selezione. Mi sembrava una buona idea metterci a nostro agio con musiche note. L'idea del contrasto di arrangiamenti/citazioni/interpreti ha fatto il resto, gli altri si sono divertiti e ognuno ha messo delle idee, ho fatto il possibile perché sul disco fosse scritto accuratamente chi fa cosa. Primo brano: “Blues en mineur”, ultimo “Anouman”, composizioni opposte di Django Reinhardt. In mezzo, la scaletta che avevo in mente. Pink Floyd e J. S. Bach, Iggy Pop e mazurche bretoni, Fritz Kreisler e Lou Reed, etc... Con il dovuto rispetto, ovviamente.
  1. Per Voyager 2011 vi siete affidati a una campagna di crowdfunding che è andata bene. Come l’avete organizzata e quali sono stati gli steps più significativi?
Avevo prodotto il disco nella sua totalità ma, proprio sul più bello, non avevo soldi per master e stampa. Per citare John Belushi: “avevo una gomma a terra, la tintoria non mi aveva portato il Tight, l'inondazione, le CAVALLETTE!!!”. Lasciarlo nel cassetto era impensabile, quindi: mi sono iscritto su indie go-go, sono rientrato su facebook, ho spammato come un corsaro, ho ritrovato molti sostenitori, ne ho incontrati di nuovi e alla fine ho convinto Renzo Poignant di Felmay, l'etichetta con cui collaboro, a stamparlo e a distribuirlo, alternativa succosa rispetto all'autoproduzione. Infatti ora ne stiamo parlando qui. Mi sembra un successo!

  1. A proposito: perché Voyager 2011?
Il Voyager è una sonda spedita nello spazio. Dentro ci sono, racchiuse in un disco, varie musiche del mondo, considerate un messaggio universale rappresentante il genere umano. C'è un quartetto di Beethoven, Johnny B. Goode di Chuck Berry, un Gamelan di Java, J.S. Bach, rappresentato da Glenn Gould, Arthur Grumiaux e Karl Richter, Louis Armstrong e molte altre cose. Una Wunderkammer spaziale. La sonda ci metterà 10.000 anni prima di arrivare in presenza di una stella, quindi le possibiità che incontri qualcuno o qualcosa sono dichiaratamente remote. Il nostro Voyager era la mia necessità di fare una foto a quattro musicisti così diversi e così in armonia tra loro, era prima di tutto una necessità personale. Sicuramente, tra 10.000 anni avrò altro da fare. Il nostro disco ha per ospiti tre cantanti bravissimi. Marta Capponi, sensibile e potente, Andrea Belli, traduttore e interprete di George Brassens (cui si deve anche la traduzione de “I Lillà”) e Stefano Malatesta, corista di eccezione.
  1. Un quartetto manouche con il piano fender e le tastiere: un’idea geniale, ma che potrebbe far storcere il naso ai puristi. Immagino che di accuse in tal senso ne avrai/avrete sentite parecchie: cosa rispondi ai “talebani”?
Chi sono i puristi? Persone che vogliono un quartetto/quintetto che suoni come dischi di 60 anni fa? Riusciranno queste persone con questa volontà e quei riferimenti ad ascoltare queli che hanno di fronte? Per quanto riguarda, poi, il concetto di musica manouche “pura”, secondo me siamo di fronte ad un ossimoro. Ovvero, per definizione nasce come incrocio. Django fuse quello che sapeva fare per tradizione, alla musica classica (in fondo, Debussy muore quando Django ha 8 anni) e al jazz in voga in Europa in quel periodo. Se vogliamo parlare di “puri”, possiamo pensare ai manouche, coloro i quali, sulle orme della tradizione, suonano la loro musica, come l'hanno sentita in famiglia e dai vari ispiratori tipo “Tchan Tchou” Vidal, Baro e Matelo Ferret, la famiglia Reinhardt etc... Noi, che abbiamo tutta un'altra storia, abbiamo unito quello che ci piaceva di Django e delle varie musiche preesistenti del centro europa, a quello che avevamo studiato prima. Abbiamo aggiunto colori alla tavolozza di quello che sapevamo e volevamo fare.
La fortuna per me, è stata collaborare con tre musicisti così bravi e diversi, ognuno con una definita personalità musicale. Augusto Creni, con passato di studi classici e studioso di Django Reinhardt (ha trascritto gran parte dei soli di Django e i suoi video su youtube sono famosi, peccato non si veda la faccia, la sua è una delle magliette più note tra gli appassionati di chitarra). Egidio Marchitelli, eclettico e prezioso musicista, specialista nel capire linguaggi e atmosfere, recentemente con Fabrizio Bosso. Stefano Lenci, maestro di polifonia, un legante notevole, come dimostra con il suo Fender Rhodes, strumento che unisce bene gli altri tre. Il pianoforte era previsto, ma le prove ci hanno convinto ad usarlo solamente per un paio di sovraincisioni. Poi, imprevisto è arrivato anche un Hammond. Le caratteristica che ci ha accomunano sono dinamica e ascolto. Per tornare ai “puristi”, tengano pure il naso dritto. Tutte le volte che abbiamo suonato in presenza di musicisti, abbiamo poi conversato di musica. Abbiamo solo studiato, non inganniamo nessuno.

  1. Quali sono le reazione del pubblico? E, inoltre, pensate di rivolgervi a un pubblico in particolare (target, età...)?
Se dicessi “lasciate che i pargoli vengano a me”, sarebbe un plagio e mi prenderebbero per un pedofilo, come cambiano i tempi. Ci rivolgiamo a chiunque ci voglia ascoltare, di solito si divertono.

  1. Sei anche un abile, bravissimo disegnatore e illustratore. Quanto sono vicine le due arti a tuo avviso? (ovviamente parlo di musica e disegno)
Grazie per le belle parole. Per quanto mi riguarda, coltivo le due discipline fin da piccolo. Non parlerei di vicinanza, ma di convivenza, studio ed equilibrio. L'importante, per me, è produrre continuamente. Siano disegni o registrazioni. Come disegnatore sono spesso al lavoro e sfrutto molto e con soddisfazione, momenti morti dei tour musicali e day-off, girando con quaderni e penne, mani sporche di inchiostro a prendere appunti e a fare ritratti di musici. Molto spesso, poi, questi diventano copertine di dischi o manifesti, come nel caso dei recenti dischi di Fabrizio Bosso (uscito per Verve) o del grande bluesman Marco Pandolfi. Per Scaramanouche, però, non mi sono mai occupato dell'aspetto visivo. Fin dal principio, l’intera immagine disegnata, dai dischi, ai manifesti a serigrafie in tiratura limitata, è stata curata dal melomane Daniele Catalli. Trovate il suo splendido lavoro sul sito www.piripiriatelier.org

  1. Tu sei anche il leader di un altro gruppo di particolare impatto: l’Orchestra Cocò. Qual è la tua idea della musica e, in particolare, del jazz?
Orchestra Cocò (www.orchestracoco.it) è un'oligarchia, non ha, quindi, un leader vero e proprio. E' prodotto da Felmay con all'attivo due dischi, “Passepartout” (2012) e “Hot Club” (2013). Li sono in compagnia dei chitarristi Augusto Creni e Marco Maturo. Ci piace esplorare le canzoni, riprendendo l'idea del quintetto Ritmico di Luciano Zuccheri con il suo modo unico di accompagnare. In sintesi, un'orchestra di tre persone. La musica è una disciplina che mi mette molta tranquillità, in quanto infinita. Mi piace l'idea di dare un contributo, studiare, imparare e fare le cose al meglio. La musica classica, con interpreti meravigliosi come Glenn Gould, Claudio Abbado e Jascha Heifetz, forma la mia personale ricchezza. Al Jazz sono arrivato attraverso il blues. Uno dei primi dischi che ho avuto è stato “Deep in the blues”, James Cotton con il quartetto di Charlie Haden. Da li, ho ascoltato esponenzialmente molte cose, tra cui cantastorie come T-Bone Walker, Willie Dixon, Josh White, Ray Charles, Skip James etc. Ovvero, l'altra parte degli anni '40. Il Jazz è una trasformazione continua. Basta pensare a Duke Ellington, da “C” Jam Blues alle Suites fino ai concerti di musica sacra. Non saprei dare definizioni e neanche credo sia possibile in poche righe. So che la parte “classica” del jazz, ovvero i primi 60 anni del 1900, è a nostra disposizione per essere studiata e verrà rivalutata in pieno nel prossimo secolo. Credo che troveremo sempre un disco “classico” che non abbiamo, mentre qualcuno che non conosciamo starà suonando cose pazzesche per un pubblico al di la da venire

sabato 17 maggio 2014

Scaramanouche Voyager 2011 - Quarta recensione - Musica Jazz!

Su Musica Jazz di maggio, Alceste Ayroldi, entusiasta di Voyager 2011, mi ha intervistato.
Risultato, DUE pagine DUE sugli Scaramanouche!
Andate in edicola, gente. Spendeteli due soldi. Intanto, per dovere di cronaca, lo metto qui!
I disegni non sono miei, bensì di Daniele Catalli.



lunedì 5 maggio 2014

Scaramanouche Voyager 2011 - Terza Recensione - Chitarre

Su "Chitarre" di aprile è uscita la terza recensione di "Voyager 2011"
Grazie al buon Stefano Tavernese per aver scritto di noi!


lunedì 7 aprile 2014

DER TOD DAS MUTTI - LA MORTE DI MAMMA



"Mamma" è uscito a novembre 2013, il tema è la MORTE, volevo fare una sciccosa storia a fumetti ma il tempo scarseggiava. Quindi, il buon Cangiano ebbe l'idea di far scrivere i testamenti biologici ai disegnatori. E così fu, questo è il mio.
Baci e abbracci, in questo momento, in cui già si sa poco, non sappiamo se "Mamma" avrà seguito, forse no, quindi forse è il momento di comprarlo.

MAMMA LO TROVATE QUI

IL SALONE DEL LUTTO NE PARLA QUI

Mi permetto, inoltre, di aggiungere
la copertina del bravo Ale Giorgini!


sabato 5 aprile 2014

Flash Mob a Torino - Orchestra Cocò e i ballerini di Chiara Silvestro.

Allora, abbiamo pensato con i Cocò ad un flash mob a Torino, ne abbiamo parlato a Chiara Silvestro, brava danzatrice, lei ha portato il suo regista e ora siamo su repubblica video. Non male.

martedì 1 aprile 2014

Lucho ad Asgard - Disegnando per Laterza!

In questi mesi, giorni, ore e minuti, sono e sarò impegnato a fare un libro per Laterza, casualmente uno dei miei editori preferiti! Se ne parla a settembre!
Per ora, chiamatemi Olaf il bianco!


mercoledì 12 marzo 2014

Scaramanouche Voyager 2011 - Seconda recensione - Blogfoolk

Seconda recensione, questa volta su BlogFoolk!
Copio e incollo, nel caso il link dovesse sparire

Quartetto swing da camera, nato da un’idea di Lucio Villani nel 2005, gli Scaramanouche, dopo il disco di debutto del 2008 hanno visto l’alternarsi nella formazione di diversi musicisti fino ad arrivare ad una line-up stabile nel 2010, con due chitarre, Fender Rhodes, contrabbasso e voce. L’anno successivo sulla scia dell’ispirazione nata dagli ascolti di Johann Sebastian Bach, Django Reinhardt, Frank Zappa e Johnny Cash, prende forma il disco “Voyager 2011” che raccoglie sedici brani tra standard dagli anni trenta agli anni cinquanta, classici del rock, e composizioni jazz, con citazioni e calembour vari a condire il tutto. Il loro stile, come evoca anche il nome del gruppo, parte dal jazz manouche di Django Reinhardt per allargarsi verso una cifra stilistica originale, in cui confluisce tutte la personalità dei singoli musicisti. Il risultato è un album godibilissimo che fotografa lo stato di grazie e l’ispirazione di un gruppo sorprendente, a cui per l’occasione si sono aggiunte anche le voci di Andrea Belli e Marta Capponi. Purtroppo il disco è rimasto un paio d’anni nel cassetto, e solo grazie ad una incisiva campagna di crowdfunding e alla collaborazione di Felmay, oggi finalmente vede la luce. Durante l’ascolto si spazia da “Blues En Mineur” di Django Reinhardt alla bella rilettura de “I Lillà” di George Brassen, tradotta ed interpretata da Andrea Belli, fino toccare la prima sorpresa ovvero una straordinaria rilettura manouche di “Anthere Brick In The Wall” dei Pink Floyd. Ma non finisce qua, perché siamo appena al terzo brano. Infatti subito dopo è la volta dello standard “Guilty”, a cui segue una rilettura di “Erase/Rewind” dei Cardigans con tanto di citazione morriconiana dalla colonna sonora del film “Indagine Su Un Cittadino Al Di Sopra Di Ogni Sospetto”. Si prosegue con la canzone d’autore italiana di “Torpedo Blu” di Giorgio Gaber cantata da Andrea Belli e Marta Capponi, che interpreta anche “Tornerai”, inframezzate da “Liebeslied” di Franz Kreisler che sfocia nell’omaggio a Lou Reed con “Perfect Day”. Il vertice del disco arriva però con l’accoppiata “Nothing Else Matter” dei Metallica e “The Passenger” di Iggy Pop, qui riproposte entrambe in modo molto originale. Lo standard “Blue Skies” dal repertorio di Irving Berlin, ci riporta in Italia per una divertente versione di “Musetto” di Domenico Modugno, a cui segue il classico old time “Lili Marleen”. Completano il disco altri due classici del rock, debitamente riscritti in chiave jazz manouche ovvero “Anarchy In The U.K.” dei Sex Pistols e “It’s A Long Way To The Top (If You Wanna Rock’n’Roll” degli AC/DC, che rappresentano le due ciliegine sulla torta di un disco assolutamente imperdibile, e tutto da ascoltare. 


lunedì 10 marzo 2014

E la notte venne a prenderla - 64 - Squame presenta il Kamasutra.

Questo è il mio disegno, per il progetto "64" di Francesca Protopapa, che, dopo aver visto la luce con raccolta di fondi in Lutezia, la ville lumière, è in tour in Italia! Torino, Napoli e Roma.
Perché no, il libro è bellino assai!




mercoledì 5 marzo 2014

Scaramanouche Voyager 2011 - Prima recensione! Blow-Up

Il disco è appena uscito
Su Itunes lo trovate QUI
e già è uscita una bella recensione su Blow-Up!
Comprate la rivista, comprate il disco!


Scaramanouche Voyager 2011 - Quando la raccolta di fondi funziona!



La raccolta di fondi su Indie GO GO ha funzionato, i soldi non sono hanno coperto tutte le spese sostenute, ma sono riusciti a coprire le spese di mastering e stampa e ad intercettare l'interesse della Torinese Felmay (già editrice dei due dischi di Orchestra Cocò, "Passepartout" e "Hot Club").
Il progetto è andato in stampa ed è uscito.
Questa è la presentazione


Scaramanouche - “Voyager 2011”.
Scaramanouche è una formazione “swing da camera”.
Fondata da Lucio Villani nel 2005, è attualmente formata da:
Augusto Creni - chitarra
Egidio Marchitelli - chitarre ed effetti
Stefano Lenci - fender rhodes
Lucio Villani - contrabbasso e voce

“Voyager 2011”, ispirato da innumerevoli fonti, tra cui Johann Sebastian Bach, Django Reinhardt, Frank Zappa e Johnny Cash, troverete:
- brani “standard”, degli anni 30/50, opportunamente arrangiati.
- brani classici o noti del rock, assolutamente ripresentati.
- jazz di vari periodi, funk, country, valzer, musica vocale, musica classica, metal, folk, blues, umorismo, citazioni varie e sprazzi di Frank Zappa. Tutto in 16 brani.
Lo “stile”, come viene inteso in senso a volte anche ideologico in alcuni ambiti del jazz, è un qualcosa che il quartetto Scaramanouche usa solo in relazione ai suoi componenti, tutti molto diversi. Scaramanouche è costituito da musicisti con propria e definita personalità musicale. Attinge e gode di atmosfere e strumenti tipici del jazz manouche, introducendovi l’atipico Fender rhodes.

Nel 2011, con le sessioni di registrazione di “Voyager 2011”, si cerca di immortalare uno dei momenti più armoniosi e cameristici dell’evoluzione musicale raggiunta dal quartetto. Da qui il nome. Un equilibrio tra strumentisti, brani, feeling e arrangiamento. Il tutto guarnito da ospiti molto particolari, i cantanti Andrea Belli e Marta Capponi.
Il disco viene prodotto in tempi recenti con l’apporto di una entusiasta campagna di crowdfunding e la collaborazione di Felmay.

Daniele Catalli disegna per Scaramanouche dal 2005.

Su Itunes QUI

Per comprarlo, qui o da me
Lancio ufficiale a Marzo.




venerdì 28 febbraio 2014

Libellula per PILOU, la colazione del giorno prima del lunedì.

Pilou è una idea molto bella.
A Torino, su prenotazione, ogni domenica porta colazione a domicilio.
Tutto è rigorosamente artigianale e ottimo!
Per Pilou, ogni mese faccio un disegno e una filastrocca, il tutto viene allegato alla colazione! Pilou per ora non ha un sito, ma cercando su web esce subito fuori, cercate e provate!
Questa è la libellula!


La Libellula
La libellula è un insetto,
di grandissima beltà!
Vola obliquo, alto o diretto,
non preannuncia dove va.

Rappresenta l'illusione,
colorata ed invitante,
Il suo mondo è sensazione,
alterata e scintillante!

L'illusoria prospettiva,
di chi trova la realtà,
alle volte un po' cattiva,
non capendo dove sta!

Dappertutto è assai famosa,
perché nasce dentro il lago!
La leggenda ardimentosa,
vuol che si trasformi in drago.

La libellula è ghiottona,
e dall'acqua sale su,
poiché sa che, nella zona,
passerà presto il Pilou!

La sua colazione, infatti,
è da tutti assai contesa,
qui nessuno scende a patti,
è un piacere averla presa!

La libellula ci piace,
ed a lei, oggi diciamo,
vola in alto, sempre audace”,
ché noi tanto ti osserviamo!





mercoledì 26 febbraio 2014

No Dog In This Hunt - Ritratto di Marco Pandolfi

NO DOG IN THIS HUNT.
Luglio 2013 registrazioni, Marzo 2014 uscita.
Un bel disco di blues, per il quale ho disegnato un mio personale omaggio ad un grande musicista non convenzionale, Marco Pandolfi.
E' un disco che vale la pena avere! Lo porteremo con noi a Riga in aprile!
Al disco partecipa anche il grande Enrico Crivellaro!


QUI un video promozionale del tutto.
Comprate questo disco alla prima stampa, gente!

mercoledì 1 gennaio 2014

"intanto scrivilo che poi sicuramente lo pubblichiamo!" Akira e altri demoni.


Matteo Stefanelli, tramite l'amica Federica, ha chiesto a disegnatori vari cui Akira ha cambiato la vita o quasi, un articolo sullo stesso Akira. Ora non so mai se verrà pubblicato. Non mi pongo manco troppe domande su cosa venga pubblicato, cosa no, perché e per come. Considero solo il fatto che la vita sia un mozzico e bisogna provare a fare cose belle. Rivedere, scrivere e omaggiare Akira è sempre bello, quindi, intanto, lo abbiamo fatto. Un po' come i muratori che fanno le strutture per il giubileo a Roma e in varie parti d'Italia. Cose che poi rimangono ferme per intere ere geologiche. Quindi, nel frattempo, lo metto qui, et voilà!

Nel 1993 non c'erano cellulari, non c'era internet, le videocassette erano poche e comunque non avevo il video registratore. Mi vedevo i cartoni come tutti, ma guardavo tutto con la purezza dedicata a “Elliot il Drago Invisibile”Nel 1993, a tredici anni, vidi “Akira”.
Mio fratello portò me e un mio amico in un cinema lontanissimo sulla Laurentina a due metro, due autobus e due ore da casa mia. In sala eravamo in 10, noi e un gruppetto di motociclisti. Avevamo il numero minimo per la proiezione e il film partì. La mia vita cambiò e il mio immaginario sterzò. Akira era arrivato e fu incredibile. La potenza del film fu guarnita da un paio di episodi interessanti:
- Le urla dei motociclisti alla vista di una moto con la retromarcia.
- Le urla dei motociclisti alla vista della distruzione di una moto con la retromarcia.
I motociclisti che sulla frase finale del film “io sono...TETSUO!” urlarono un sonoro “EeeeSticazzi!”. Un grande ingranaggio si era messo in funzione, ne avremmo gioito in tanti. Il Manga già girava in casa mia e presto arrivarono, dello stesso autore, anche “Sogni di Bambini” (ambientato al Serpentone) e “Memorie”, volume di storie brevi zeppo di citazioni tra cui una ormai celebre di M.C. EscherTornando a Katsuhiro Otomo, non so neanche che faccia abbia. Non mi è mai venuta l'idea di cercare una sua foto. Forse perché, ai tempi in cui mi sono impresso indelebilmente in mente le sue opere, sui manga, stampati spesso a cazzo, arrivavano delle infelici foto in bianco e nero. La mia priorità era concentrarmi sui disegni. E' indice del mio gradimento il fatto che poco tempo dopo aver visto Akira, mi compravo, con parecchi danari, (proprio tanti): “KABA”, un bellissimo volume di illustrazioni. Alla fiera di Bologna, poi, lottai come un vietcong per una copia dell'introvabile “Akira Club edizione deluxe”, con cartoline IN RILIEVO!!! Nello stesso momento, Igort parlava e rideva con i suoi amici della Kodansha, mentre io avevo il volto contratto dal pensiero di riuscire a prendere quel libro. Lui si voltava, rideva, e ci guardava con disgusto. Eravamo in tanti in fila. Un giornalista ha detto “No Akira, No Matrix”. Quello che posso dire io è che quando cominciavo a disegnare con idee serie, da “Lamù”, alle convention, ce se vestivano solo le ciccione. Adesso le Lamù e tutti i cosplayers si sono evoluti e il merito è anche del signor Otomo e della lungimiranza ed influenza delle sue opere. Lunga vita ad AkiraCon amore, Lucio Villani.
p.s.
Se leggendo Otomo vi vien da pensare che disegnare palazzi e prospettive sia facile, non vi preoccupate, lo fa con tutti. p.p.s. Qualche tempo fa in un negozio vendevano 6 copie di “Memorie” perfette, fondo di magazzino a 3 euro l'una. I 18 euro meglio spesi degli ultimi anni. Le ho regalate quasi tutte. p.p.p.s. Riletto in età adulta, Akira (come Maus, l'Incal, Batman anno uno, l'Orlando Furioso di Pino Zac etc...) genera sempre la riflessione: “...”.
p.p.p.p.s. Ai tempi, quasi nessuno ci ascoltò quando urlammo a gran voce che Otomo non aveva nulla da invidiare a Moebius e a Spiegelman etc... Anzi, la reazione alle nostre parole era tipo riunione di condominio di Fantozzi. Ora, per fortuna, ci chiamano a casa per renderci partecipi della loro ultima e incredibile scoperta.

Roberto Ciotti - 1953 / 2013

Un mio amico, molto tempo fa, mi disse "presto, chiama questo numero, Roberto Ciotti cerca un contrabbassista!". Io immantinente lo chiamai e fissammo una prova in una casa piena di dischi e con un pianoforte trasparente di plexiglass. Al tempo suonavo da poco e la timidezza faceva il resto. Provammo un paio di blues, poi mi disse: "adesso proviamo questo pezzo", e io "non lo conosco" e lui: "ma come?! è un pezzo mio!". Poi disse, "e questo? lo conosci?" e io, arrossendo, "no". Insomma, dopo altre 4 richieste fu chiaro che non conoscevo neanche un suo brano. Roberto Ciotti lo avevo solo visto una volta in concerto, di lui non sapevo nient'altro. Alla fine della prova mi disse: "lascia perde, faccio senza contrabbasso! voi un caffè? ah no, non ce l'ho!". Aveva vinto Ciotti e io tornai a casa. Non credo che me lo scorderò mai, alla fine ridemmo. Tempo dopo, durante un concerto dei Red Wagons, lo invitammo sul palco a fare qualche brano. Dopo il concerto gli chiesi se si ricordasse di me e lui "sì sì sei quello che non sa i miei brani!". Ridemmo ancora. Il 2013 viene chiuso, per me, dalla notizia della sua morte e dal sollievo che non stia più male. Condivido il dispiacere di molti amici che collaboravano con lui e per i quali deve essere stato qualcosa come uno zio dalla chitarra e dalla battuta pronta.
p.s.
una frase su tutte, però, del Ciotti nazionale, va citata. Credo sia stata detta a Marco Meucci, pianista dei Red Wagons, qualche era geologica fa."ma io ho capito che musica fai te, la facevo pure io venti anni fa sta roba! Io ero come te! Però poi, io me so evoluto!"
Se Elvis è tornato a casa, Roberto non si è certo fermato all'autogrill.
Applausi, dissolvenza, buio.