Un mio amico, molto tempo fa, mi disse "presto, chiama questo numero, Roberto Ciotti cerca un contrabbassista!". Io immantinente lo chiamai e fissammo una prova in una casa piena di dischi e con un pianoforte trasparente di plexiglass. Al tempo suonavo da poco e la timidezza faceva il resto. Provammo un paio di blues, poi mi disse: "adesso proviamo questo pezzo", e io "non lo conosco" e lui: "ma come?! è un pezzo mio!". Poi disse, "e questo? lo conosci?" e io, arrossendo, "no". Insomma, dopo altre 4 richieste fu chiaro che non conoscevo neanche un suo brano. Roberto Ciotti lo avevo solo visto una volta in concerto, di lui non sapevo nient'altro. Alla fine della prova mi disse: "lascia perde, faccio senza contrabbasso! voi un caffè? ah no, non ce l'ho!". Aveva vinto Ciotti e io tornai a casa. Non credo che me lo scorderò mai, alla fine ridemmo. Tempo dopo, durante un concerto dei Red Wagons, lo invitammo sul palco a fare qualche brano. Dopo il concerto gli chiesi se si ricordasse di me e lui "sì sì sei quello che non sa i miei brani!". Ridemmo ancora. Il 2013 viene chiuso, per me, dalla notizia della sua morte e dal sollievo che non stia più male. Condivido il dispiacere di molti amici che collaboravano con lui e per i quali deve essere stato qualcosa come uno zio dalla chitarra e dalla battuta pronta.
p.s.
una frase su tutte, però, del Ciotti nazionale, va citata. Credo sia stata detta a Marco Meucci, pianista dei Red Wagons, qualche era geologica fa."ma io ho capito che musica fai te, la facevo pure io venti anni fa sta roba! Io ero come te! Però poi, io me so evoluto!"
Se Elvis è tornato a casa, Roberto non si è certo fermato all'autogrill.
Applausi, dissolvenza, buio.
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