Samois atto secondo, l'epifania di Titi
Bamberger.
Ambientazione: Samois Sur Seine,
camping di Samoreau.
Esterno notte, festa al camper di Titi
Bamberger, manouche corpulento, canterino ed ospitale. La festa al camper è bella, tutto
intorno, nel campeggio suonano ovunque, quindi il nostro è un punto
di musica tra i punti di musica. Comunque il camper di Titi è pieno
di luci e sembra un po' un luogo remoto, pieno di luci e lampade di
finto vetro. Con una chitarrista cantante di nome Linda e Walter
Clerici, chitarrista italico emigrato in Danimarca, mettiamo su un
improbabile (manco troppo) e trascinante trio. Walter mi becca in
mezzo al campeggio e mi dice “vieni che c'è una chitarrista
americana che vuole fare rockabilly!” Io amo il rockabilly, l'ho
suonato assai, mi fiondo e poi scopro che Linda è canadese, ma
tant'è. Fantastico cominciamo a suonare tutto si anima. Gli zingari
amano Elvis, oltre alla loro musica, chiedono tutti “Tu vuò fa
l'americano” di Renato Carosone. Quindi passiamo da Elvis a Johnny
Cash, agli Everly Brothers a Nancy Sinatra. Una nota di colore
fantastica è un caravan di zingare di varie taglie che si anima
completamente. Escono tutte e danzano con movimenti incredibili
mentre noi suoniamo note varie.
Vino e birra scorrono a fiumi e i
Manouche mi guardano insospettiti perché non bevo. Titi Bamberger
sta sul suo trono e ci guarda suonare mentre di fronte la gente si
assiepa sempre di più. Ad un certo punto arrivano una quarantina di
giovani francesi che cominciano a chiedere i pezzi più disparati.
Cominciano a ballare e noi non so perché cominciamo a suonare Bob
Marley. E' il delirio, I giovin francesi, fumati e bevuti, si
attaccano molesti, abbattendoli, ai pali della tenda di Titi
Bamberger, il quale non gradisce. Urla e li caccia e per la prima
volta nel campeggio arriva la tensione! Ma noi continuiamo a suonare
un altro po', facciamo come ultimo brano “Woolly Bully”.
Applausi, Stiamo un altro po' e alle 5
ve ne andiamo con Titi che ci abbraccia e saluta.
Credo di aver dormito un'ora, alle otto
di mattina sono ai bagni del campeggio per lavarmi i denti, sana
abitudine, ci sono tre lavandini in fila, come in molti campeggi. Io
sono all'ultimo vicino al muro, accanto al primo vicino alla porta, a
un certo punto, compare Titi Bamberger. Ha una canotta bianchissima,
sotto la quale spiccano dei pantaloni gessati grigi immacolati e
sotto questi scarpe nere lucide con tanto di fibbia d'oro. Ha con se
il necessaire da bagno. Si guarda nello specchio, poi mi vede e fa
“hello, you are a great player!” non fa in tempo a finire la
frase che una cascata di vomito lo sorprende e lui, a sua volta,
sorprende il lavandino. Mentre penso al benefico influsso del
dentifricio “Parodontax” sulle mie gengive, un corpulento
Manouche vomita l'anima a pochissimo da me. Il disagio dell'epifania
è condiviso da alcuni danesi di passaggio al cesso, io lo guardo e
mi dispiaccio, vorrei fare qualcosa per aiutarlo, ma lui mi guarda,
dice “sorry” e ricomincia. Passa anche un violinista con il quale
suonerò qualche giorno dopo che dice, con aria paterna, “oh oh oh,
Titi drinks a lot!”. Dissolvenza sul nero, sono appena le otto e un
quarto e la giornata è appena cominciata, lascio il bagno e in barba
al Parodontax me vado a magnà de tutto alla boulangerie!
1 commento:
Le storie di Lucho sono sempre le migliori.
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