Cerea, tra Mantova e Verona, raduno di Blues Made in Italy.
Io ci fui, sia come musico che a vendere i manifesti della "Lucho Blues Revue" (tuttora disponibili, in caso scrivetemi). I manifesti sono andati QUASI a ruba, ne ho venduto un cospicuo quantitativo, la qual cosa mi fa assai piacere!
Il raduno era fico e cacofonico, ma soprattutto era li, nel senso che, a mia memoria, è il primo raduno di appassionati e addetti ai lavori che viene fatto in Italia (non un festival, quindi), ed è bello che questo genere di evento cominci ad essere presente anche sul nostro territorio, il pubblico partecipa, c'è una bella affluenza, gli addetti ai lavori dopo alcuni sguardi sospettosi si scambiano pareri e strumenti e, pensate un po', si conoscono e suonano anche insieme. Ci sono un paio di cose da rivedere sulla logistica forse ma per il resto bello.
Non mi aspettavo tutta quella gente. Lode per tutto ciò va a Lorenz Zadro e alla sua associazione. Qui sotto, il manifesto di quest'anno.
In un solo banchetto eravamo in tre, come i tre dell'operazione drago:
il grande Marco Pandolfi, Gianluca Diana di Mojo Station e il sottoscritto.
Siamo stati in tre tutto il giorno tra chitarristi e armonicisti impazziti (a loro sarà sembrato un enorme parco giochi) a fare varie cose collegate tra loro. Tra i vari siparietti comici tipo gente che casca dalle panche, gente che occlude i cessi, ragazzini di 12 anni che cantano come B.B. King, un cantante vestito come i Good Ole Boys che arriva sul palco, dove la sua band lo aspetta e acclama a gran voce, a cavallo di un cavallo bianco (e li abbiamo temuto tutti che l'animale impazzisse e seminasse morte e distruzione) e qualcuno urlava "scendi, Gandalf!". Un aneddoto coinvolge "Gialluca" Diana, carismatico speaker radiofonico romano. Dunque, "Gialluca" ha le fattezze del metallaro, capello lungo e basettone, jeans stretch e cose del genere. Ad un certo punto mentre ero al banchetto da solo e tutti si erano involati, passa un tizio romano (una rarità in quel punto del profondo veneto) e mi dice, come se mi conoscesse da una vita, "aò ma che Bruce Dickinson cha un day off?", alludendo al buon Diana. Io rido anche a scoppio ritardato, non aspettandomi quel tipo di ironia e quello sparisce nella nebbia, come se fosse stato il mago Merlino.
Chi vo capì capisce.
Con Marco, musico di notevole levatura, eravamo in quei giorni in giro a fare dei bei concerti in duo. Allego testimonianza fotografica scattata sempre dal buon "Gialluca" (che ora smetto di nominare anche per buon senso). Ci sono anche dei filmati ma chissà dove.
Marco, inoltre, sta raccogliendo fondi per Kid Ramos. Kid è un chitarrista, esponente di spicco del blues West Coast, che in questo periodo non se la passa troppo bene. Lo vedete qui sotto all'opera con i "Fabulous Thunderbirds", uno degli N gruppi in cui ha prestato la sua opera. Per Kid Ramos sono stati raccolti, in un paio di giorni, sui 700 dollari. Credo gli siano già stati inviati, chi volesse contribuire può scrivere una mail a Marco. P.s. una piccola notifica senza polemica, molti sedicenti bluesmen italiani incontrati al raduno di cui sopra non hanno messo una lira per Kid Ramos, anche quelli che lo copiano, pardon, "citano", smaccatamente. Il problema non sta nel non mettere soldi, perché non è obbligatorio, ma nelle risposte che si danno "non ho spicci, ho solo la carta, etc...", che, a volte sono un po' di cattivo gusto.
Come dice sempre Fabio Treves, blues alle masse!
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