martedì 21 settembre 2010
Self/Mainstream In Lucca, Anno Domini 2010.
Atto finale, ecco l'articolo per Illustrati. Numero speciale a Lucca. ovviamente lo corredo con l'immaginina!
Self/Mainstream In Lucca, Anno Domini 2010.
La Self Area è uno spazio dedicato al fumetto indipendente, all’interno di Lucca Comics, dove, per ovvie ragioni, gli stand costano meno che nel resto della fiera. Lo spazio è dedicato a tutti quegli autori, singoli o in gruppi, di fumetti o illustrazioni, i quali producano per la vendita, a proprie spese, del materiale grafico; fumetti illustrazioni etc... In questa riserva, durante un safari editoriale, non è raro avvistare dei branchi di autoproduzioni.
Autoproduzione: termine apparentemente vicino all’ambiente delle quattro ruote, ha in realtà in comune, con i diffusi veicoli, forse solo il costo. L’autoproduzione, lanciata da Alessandro Magno e Federico II di Svevia, arrivata fino a noi attraverso numerose fonti, attraversa molte discipline. E’ l’arte di produrre materiale autonomamente, in oggetti unici o seriali. Costa tanto e ripaga dopo tanto. Punto d’orgoglio il pronunciare la famosa frase: “l’ho fatto io!” seguita da :”lo sto pagando io!”. Oggi parleremo del fumetto. A Luccacomics 2010 le autoproduzioni sono nella Self Area!
Questo spazio, nato con l’essenziale contributo di Michele Ginevra del “Centro Fumetto Andrea Pazienza”, vede, ogni anno, la presenza di veterani (quelli che non si sono stufati o hanno cambiato vita, o hanno smesso di fare rapine per pagare il tipografo) e nuovi entusiasti del campo. Un paio di nomi di personaggi e riviste, presenti e passate, note non solo in questo spazio: Lamette, Self Comics, Canicola, Ernst, The Passenger Press, Lampi Grevi, Il peso del martello, Medicina Nucleare, I fumetti della gleba, Serpi in seno, Akab, Alex Tirana, Lucho (il sottoscritto) I Cani, I Dissociati, Ruggine, Disguido Tecnico, Krakatoa etc... Molti, nel tempo, desistono, mentre nuovi elementi subentrano, spesso più colorati e orientati verso il mainstream (“corrente conosciuta dalle masse o detta di tendenza”) dei precedenti. L’underground, ovvero il fumetto sporco, zozzo senza motivo, sta lentamente lasciando queste sponde. La Self Area, serve dunque a chiunque voglia dare un’occhiata a costo quasi zero a fiera e ambiente, vendendo le proprie “primizie grafiche” ma non solo. Questo spazio dovrebbe, almeno secondo concezione, ospitare coloro i quali vogliano portare i propri disegni alla luce e al pubblico, sobbarcandosi del difficile ruolo di “autori” e beccandosi, in virtù della loro posizione transitoriamente “amatoriale”, i commenti del pubblico medio, che, non vedendo il marchio noto (che spesso garantisce ordine e disciplina), esclama:”carino il pupazzetto! Anvedi, pare Pazienza! Cheee? Quanto Costaaa?” La cosiddetta posizione amatoriale, (e non parlo di kamasutra) è quello scomodo essere “tra color che son sospesi”; si tratta quindi autori considerati non commerciali, non editi in circuiti medio-grandi, dunque non distribuiti, ma contemporaneamente, non novellini. Dietro l‘etichetta “amatoriale”, c’è, quindi, spesso uno sforzo di costanza professionale non indifferente.
La Self Area nasce con l’ideale di essere un “incubatrice” di autori, ma non tutti quelli che disegnano fumetti poi diventano autori (mica lo ha ordinato il medico). L’aspetto interessante delle “Self Area”, perché nel tempo questi spazi sono nati anche in altri festival di fumetto, è il passaggio di personaggi con idee valide, quando non brillanti, anche grezze talvolta, espresse con pochi mezzi... un po’ come George Lucas quando faceva i cosi pelosi di Guerre Stellari appiccicando i peli col vinavyl e Yoda con un pupazzo, invece di friggersi il cervello con 5 miliardi spesi in nerd manovranti effetti speciali.
Gli editori di fumetti, altro caso interessante, invece di frequentare le varie “Self Area” in cerca di risorse papabili, stanno chiusi negli stand, o al bar o nel bar di fronte allo stand. Il fatto è che nelle zone in cui campeggiano gli autori indipendenti non è raro imbattersi (previa curiosità e attenzione, finite aihmé nel secolo scorso) anche in mezzo all’immancabile monnezza, nel caso dello “Stradivari in soffitta”, ovvero potenziali preziosi in luoghi non frequentati. Senza tirare in ballo una crisi immobiliare sugli spazi sfitti e senza ricordarvi di spostare il baule della nonna tutto impolverato, parlerò di un episodio a me accaduto. “Si era in Galilea...” no, scusate, non è questo, eccolo: Durante lo scorso salone del libro di Torino, mi sono avvicinato allo stand di una casa editrice, dove qualcuno dello staff mi ha riconosciuto (frequento il fumetto dal 1999) con grande sfoggio di complimenti (non so chi fosse) mi ha esortato a presentarmi l’indomani, proponendo materiale inedito. Al mio arrivo al predetto stand con il richiesto materiale, sono stato accolto dal direttore editoriale in persona, che onore! Il fatto è che il signore in questione mangiava e beveva, e per tutto il tempo non ha poggiato nè il panino nè la bottiglia d’acqua (colonna sonora degna di nota). Dovevo girare io le pagine, mostrandogli il progetto. Quasi come parlare con Stephen Hawking senza però l’acume e la brillantezza del grande scienziato. Se lo avessi saputo, invece di disegni e storielle avrei portato (in regalo, ovvio) una bella bottiglia di Cinar. L’ambiente degli editori nel campo dei fumetti è quasi sempre costellato di personaggi che elargiscono attenzione come Erode elargiva tolleranza. Quindi spesso dopo un colloquio del genere c’è chi dice, con una lucina in fondo agli occhi: “Autoproduco?”. A questo punto, dopo aver “fatto il giornalino” e speso gli ultimi soldi della povera nonna si entra, a volte, in contratto con LA TRIADE! Pronti? Via! 1 - Fumetto, 2 - consumatore Italiano, 3 - Autoprodotto. Il primo è diffuso ma soffre di usi e costumi del secondo, quali la gran cultura da patrimonio genetico (il rinascimento non è mica acqua fresca) perfettamente mimetizzata da disattenzioni e volgarità di vario stampo. Il terzo elemento della triade è spesso ignorato dai primi due.
Quindi, per concludere:
- Cosa dovrebbe fare l’autore.
Avere pazienza, spedire materiale, sperare nelle risposte alle mail, sopportare i tempi lunghissimi e gli art director incompetenti pieni di commenti da primate e con le idee di un formichiere sulla luna. In caso di art director silenzioso, LIMITARE le proposte. Sono infatti personaggi infidi e pericolosi, atti a fregare idee per successivo riciclo in cerca di fama personale. Una volta non ricevuta attenzione, poi, cominciare a tartassare la predetta casa editrice con telefonate del tipo “vi ricordate di me, sono io, ho delle nuove illustrazioni!” e contemporaneamente scherzi anonimi pesantissimi. Mai e poi mai, autori, dovete demoralizzarvi solo perché siete persone sensibili e il lavoro non si trova, della serie “STO MALEE! NON C’E’ LAVOROOO!”. Se arrivate a questo punto, state pensando troppo. Meglio scaricare le cassette di limoni al porto per un po’, ridimensionerà il tutto e offrirete anche una cena alla vostra fidanzata (c’è ancora? O avete disegnato troppo?). Gli scherzi all’editore, però, dovrebbero rimanere una costante.
Un paio di piccoli suggerimenti su scherzi telefonici attuabili:
1 - “salve, vorrei ordinare 3000 copie di...” sentire la voce speranzosa dell’addetto e dargli un indirizzo inesistente dove mandare i cinquanta scatoloni. Per dare credito all’intera vicenda fate finta di essere un emissario di un noto ordine religioso, magari quelli con le croci e la sede a Roma.
2 - Chiamare e con accento tedesco dire: “salve sono Hans Rudi Giger, io avere cvesto progetto e volere fare un libro con voi!” e stabilite un appuntamento nelle campagne viterbesi dove, voi, non vi recherete mai ma loro forse si.
3 - “salve è il bar qui sotto ci sarebbero da saldare quei 200 euro di consumazioni dell’ultimo mese, mando su il ragazzo un attimo!” E salite in redazione. Quest’ultimo esempio potrebbe rivelarsi fattibile e fruttuoso con pochi mezzi, in quanto la cifra al bar è possibile come ammontare mensile di una redazione (considerando una media di dieci caffè al giorno), come è possibile il caos della redazione in cui qualcuno vi possa allungare dei soldi. Così potreste fare due o addirittura tre spese considerandolo un rimborso per il vostro tempo impiegato tra mail e telefonate senza mai una risposta. Robin Hood mi fa un baffo! Altro risvolto positivo di questa tattica, cominciare a memorizzare la redazione per portarvi successivamente, il vostro personale cavallo di Troia!
- Cosa dovrebbe fare l’editore medio?
Assumere un direttore editoriale, un direttore artistico e un grafico, magari esterni anziché cominciare a lavorare con cugini, con figure rassicuranti della propria adolescenza o con gli amici carrozzieri compagni di bevute, falò e campeggi.
- E’ un bene avere un editore?
Sì se vi distribuisce, no se non lo fa. Sì se vi paga, ni se non vi paga ma vi distribuisce molto, no se non fa ne l’una ne l’altra cosa. Sì se presta attenzione ai particolari editoriali (carta, stampa, grafica), no se non lo fa. Sì se pur di modeste pretese ha al proprio servizio persone qualificate che fanno uscire bei libri, no se non le ha. Etc...
- Chi troverete nella “Self Area” a Lucca Comics quest’anno?
Nella Self Area, a piazza Napoleone, di fianco al grande padiglione degli editori, troverete: Tales of Avalon, Aveilon, BookMaker Comics, Ciurma, Crazy Camper, Culturaelettronica, Delebile, Effimera Comics, Steam Press-Studio2031, Fame!Comics!, Fattore Manga, Disagio production, Fumectory, Anjce, Teiera, Jessica Roberta, La compagnia del fumetto, La trama, Kohei Kohaku, Lucho, Tirana e Lamette, Whenaworld, Mamma, 1 metro di sospensorio, Flipbooks, D.A.S. Dilettanti dell'Arte Sequenziale, Pucciola, Isis World, Fanzine Gattai!, Katlang!, Codice lapis, Montonepecoragnello & ACD, My god, EdizioniMinime, Tapirulan, Wild Fangs, Zirirù, Frammenti, Housepirate, Stefano Giovannini, Krakatoa Ink, Born from the earth, Malefico Fumetti, Collettivo fumettistico Diorei.
- Chi rappresenta il disegno?
Il disegno rappresenta il mio decennale personaggio, Ominotondo, alle prese con un noto personaggio dei fumetti al quale è legato il concorso Kavasaki®. Se infatti mandate una lettera con scritto nell’ordine: nome del personaggio, anno di ideazione, anno di pubblicazione, nome dell’autore, nome della fidanzata del personaggio, personaggio di ispirazione e tematica generale del fumetto, avrete la possibilità di vincere una moto Kavasaki® “Sprinter” gt-1200. Tutte le info su www.concorsokavasaki®.com.
Baci e abbracci. Lucho. http://luchoboogiegraphic.blogspot.com/
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9 commenti:
madonna che super pippo-nèh!
sì, hai scritto parecchio... ;-P
cmq ti cito sul blog nel post che comparità magicamente domenica... http://sonoioche.blogspot.com
un gran pippone condivido.
ma, strano ma vero, mi sono sentita un po' tra due fuochi.
il resto non lo spiegherò qui e non lo spiegherò così.
grande lucho. ora non ci crederò più agli scherzi telefonici. e non allungherò più 200 euro a cazzo di cane a un ragazzino che mi vuole presentare un book in periodo di chiusura dei libri :P
baci!
Ho letto fin qui perché nutro per te un affetto quasi ricchionesco. Condivido e apprezzo l'òpra tua di divulgazione scritta del sapere non scritto. Un po' come l'episodio dell'ebreo sefardita descritto nel Pentateuco da Milo Manara in serie difficoltà con i nasi adunchi.
Ci vedremo alla Self Area.
oddio, una minaccia?
:)
speriamo, io alla self area forse ci arrivo il 31 causa lavoro. mo vedo.
que viva la self area!
Vabbè, riformulo!
SPERO che ci vedremo alla Self Area!
ahahahahha
ciao Lucio, piacere ritrovarti online.
Una curiosità, se puoi. Vorrei sapere chi sono, quest'anno, le new entries: i partecipanti della Self Area che non avevano mai partecipato in altre edizioni.
Ciao,ms
Ciao Matteo!
Piacere reciproco. Quest'anno ci sono molte nuove realtà, non so dirti con esattezza chi è totalmente nuovo e chi no, non vorrei saltare qualcuno. Per questo ti conviene chiedere a Jacopo della Self Area che credo tu possa trovare alla mail selfareachiocciolaluccacomicsandgames.com
purtroppo un grande buco lo lasciano i Cani, che l'anno scorso c'erano e davano addio formale, come gruppo, all'intera vicenda.
Noi da Lucho, Lamette e Tirana dovremmo esserci (spero) sempre ed essere pittoreschi.
A presto.
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